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Luoghi della memoria

Buja | Mulino di Pastôr

 

Il Mulino di Pastôr è un edificio a tre piani, con murature in pietra e laterizio. Presenta all’esterno un portico in calcestruzzo con terrazza sovrastante, realizzato in epoca recente. Sfrutta le acque di una roggia alimentata dal fiume Ledra, detta “Grava I”. Appartenne anticamente ai conti Savorgnan, per poi passare di proprietà alla famiglia Barnaba di Buja che lo affittò a più riprese. All’inizio del Novecento l’opificio fu acquistato da Antonio Calligaro Slis che nel 1922 lo cedette al figlio Pastore (da cui l’attuale nome del mulino), che lo utilizzò dal 1922 al 1966. L’attività molitoria è proseguita fino al 1970, quando il mulino chiuse al pubblico definitivamente. Accanto lavoravano una segheria, in funzione sin dal Settecento sull’altra sponda della roggia, e una trebbiatrice che Antonio Calligaro aveva affiancato al mulino ad acqua (attiva fino al 1967). Della struttura originaria l’edificio conserva il corpo base, su cui nel 1925 fu realizzata una sopraelevazione per l’inserimento delle nuove macchine molitorie a cilindri. La sala macine conserva una macchina molitoria a palmenti e le due a cilindri.