Il muro merlato si diffuse nella fascia pedemontana e collinare friulana tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, quando la cessione delle terre da parte dei nobili e la vendita di proprietà comunali ai privati determinarono la parcellizzazione fondiaria. I terreni coltivabili della piana di Osoppo finirono in mano a pochi possidenti, che vollero proteggerli erigendo recinzioni fornite di merlature. Questa tipologia di manufatto, che consentiva di risparmiare sul materiale, poteva svolgere varie funzioni, oltre a difendere la proprietà: evitava il dilavamento del terreno, riparava dal vento, sosteneva le viti. La campagna venne tutta suddivisa in poderi chiusi (braide), che produssero un paesaggio nuovo e articolato. I muri erano costruiti con conglomerati di cave locali e ciottoli di dolomia e arenaria provenienti dal Tagliamento.