La Pieve di San Martino sorge sul punto più alto del colle che sovrasta l’abitato di Artegna. La prima testimonianza scritta sulla sua esistenza risale al 1190, ma è probabile che già all’interno dell’antico fortilizio di epoca altomedievale, sito in cima al colle, esistesse una cappella dedicata a San Martino, il cui culto si diffuse nel VI secolo. Nel 1303 venne nuovamente ricostruita, in seguito alla distruzione operata dagli stessi castellani. Della costruzione trecentesca rimane poco: si possono vedere il presbiterio con volte a crociera posto fuori asse rispetto all’attuale navata e la monofora gotica (tipica del periodo) con archetto trilobato sulla vetrata della parete meridionale. Quanto si vede ora fu costruito nel secondo decennio del XVI secolo, come attesta l’epigrafe posta esternamente sopra l’ingresso. L’edificio segue l’orientamento ovest-est, una prassi tipica dell’epoca medievale: i fedeli volgevano le spalle all’occidente (il mondo profano) e si dirigevamo verso l’abside, a est, dove una finestrella indicava la presenza del Cristo, luce d’oriente.
Sulla cima del campanile della Pieve spicca la statua, realizzata in legno e rivestita di lamiera, dell’arcangelo Gabriele. Alta circa due metri, funge da anemoscopio: indica la direzione del vento con il dito della mano destra. La chiesa presenta un’aula rettangolare con travatura scoperta e un coro con volta a crociera che fanno da contrappunto un arco trionfale, un’abside (come consuetudine rivolta a oriente) e una cappella laterale. Quest’ultima è stata portata alla luce durante i lavori di restauro della Pieve eseguiti negli anni Settanta. All’interno della cappella, che era stata chiusa con un muro nel 1624, si trovò conservata una preziosa lastra scolpita di epoca medievale raffigurante agnelli portacroce che avanzano verso l’Agnello divino, posto al centro.
Le vele della volta e le pareti della cappella conservano gli affreschi di Gian Paolo Thanner, pittore friulano di origini bavaresi. Thanner venne incaricato di dipingere gli interni della Pieve tra il 1520 e il 1530 dalla Confraternita arteniese dei Santi Martino, Battista e Rocco. Lo schema iconografico realizzato dall’artista è quello della tradizione religiosa, ereditato dai numerosi cicli romanici e gotici esistenti in Friuli, che illustra la storia della salvezza articolata su quattro sezioni. La prima è chiamata “cristologica” e riporta scene dal Vangelo, articolate dall’Annunciazione fino alla Resurrezione. La seconda è la “ecclesiologica”, dedicata alle figure dei dodici apostoli e a scene dei loro Atti. La terza è definita “soteriologica” e illustra le figure dei santi più popolari, con scene storiche o simboliche delle loro vite. La quarta sezione infine è la “escatologica” e raccoglie i ritratti di evangelisti, santi nella gloria e padri della Chiesa, oltre ad angeli, stelle e cieli.