È un piccolo lavatoio in cemento posto sulla riva destra della Macile, in località Paludo. Venne costruito nella prima metà del Novecento, successivamente alla rettifica del corso d’acqua avvenuta in epoca fascista. Le donne raggiungevano l’impianto in bicicletta con i cesti colmi di biancheria da lavare, spesso attendevano il loro turno chiacchierando. La Macile dà inizio con altre sorgenti alla fascia di risorgive che segnano il Campo di Osoppo-Gemona. Viene alimentata dagli apporti idrici sotterranei dei conoidi prealpini: infatti nei sedimenti di questo settore della piana, risultato dell’azione di trasporto e deposito dei torrenti Vegliato e Orvenco e dei ri Storto e Petri, a prevalere sono le componenti limoso-argillose che riducono la permeabilità dei terreni, facendo risalire la falda. In friulano macile significa “maceratoio”: probabilmente il corso d’acqua veniva utilizzato per macerare la canapa o il lino.