Si presenta come una struttura semplice ma assai armoniosa, definita da una serie di pilastri in cemento che sorreggono una soletta piana. Su un pilastro è incisa la data di costruzione, l’anno 1927. Le due vasche di cui è costituito il lavatoio un tempo erano alimentate dalle acque del Roüc (“Roiuzzo” in italiano) provenienti da una risorgiva detta Fontane dal Vuar. Lo stesso ruscello faceva girare la ruota della fucina del paese e riforniva d’acqua un piccolo allevamento di trote. Dopo la Seconda guerra mondiale, con la realizzazione dei canali di irrigazione dei Saletti, la portata del rio diminuì, le vasche del lavatoio vennero elevate e rese più strette per consentire il lavaggio stando in piedi, l’acqua fornita da una pompa elettrica. A Buja si contano altri cinque lavatoi: tra Avilla e Andreuzza (lungo la Roe di Bernart ormai interrata) e nelle frazioni di Campo Garzolino, S. Floreano, Codesio e S. Stefano.