Il roccolo è un monumento, come credo nessuno possa negare. Una straordinaria, affascinate, opera di valore architettonico e di importanza notevole. Però è anche un luogo di insidia, di agguato e tradimento. Una pratica, quella venatoria, di antica sapienza. Un’arte raffinata, basata non sulla violenza, ma sull’invito, sulla promessa. L’uccello, “sedotto” dall’invito, che si posa dopo pochi istanti di “gioia” sarà perduto. Ha un solo modo per salvarsi: non accettare l’incantamento dell’eccesso di promesse.
[Guido Masè, architetto]
I roccoli sono spettacolari strutture vegetali che venivano un tempo utilizzate per la cattura degli uccelli, testimonianza del forte legame esistente tra gli abitanti di Montenars e l’ambito territoriale in cui vivono e operano e della profonda conoscenza di tutti quegli aspetti legati all’ambiente e ai cicli naturali che rischiano di andare perduti.
Il recupero della memoria sull’attività dell’aucupio rendendo partecipe la comunità locale nella raccolta di documentazione, testimonianze e “saperi” finalizzando il tutto alla gestione delle strutture. Si vuole dare nuovi valori e funzioni ai roccoli in particolar modo nel campo didattico e scientifico.
Presentazione
Fondi propri ai sensi della L.R. 10/2006 e contributi dal Piano di Sviluppo Locale Euroleader (2000-2006), dal Piano di Sviluppo Locale Open Leader (2007-2013), dal Comune di Montenars e dalla Comunità Montana del Gemonese, Canal del Ferro e Valcanale.